Rimborso accise gennaio-marzo 2016, istruzioni per l’uso

L’Agenzia delle Dogane in una nota fa sapere di aver reso disponibile sul proprio sito internet www.agenziadogane.gov.it, il software aggiornato con cui le imprese di autotrasporto possono richiedere il rimborso delle accise sul gasolio consumato nel primo trimestre del 2016.

Entro il 2 maggio 2016, gli esercenti di attività di autotrasporto merci con veicoli di massa complessiva pari o superiore a 7,5 ton. possono presentare la dichiarazione utile alla fruizione del beneficio in essere, facendo riferimento ai consumi di gasolio effettuati tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2016.

L’Agenzia delle Dogane ha stabilito che l’importo rimborsabile è pari a:

– € 214,18609 per mille litri di gasolio, in relazione ai consumi effettuati tra il 1° gennaio e il 31 marzo.

I crediti sorti con riferimento ai consumi relativi al quarto trimestre dell’anno 2015 potranno essere utilizzati in compensazione entro il 31 dicembre 2017. Da tale data decorre il termine per la presentazione dell’istanza di rimborso in denaro delle eccedenze non utilizzate in compensazione, la quale dovrà essere presentata entro il 30 giugno 2018.

Cliccando QUI, gli interessati possono accedere al software per la compilazione e la stampa dell’apposita dichiarazione da consegnare, insieme ai relativi dati salvati su supporto informatico (pen drive USB, DVD o CD-rom), all’Ufficio delle Dogane territorialmente competente.

Per la fruizione dell’agevolazione tramite Mod. F24 deve essere utilizzato il codice tributo 6740.

fonte: trasportonotizie.com

Convogli di camion. Domani su strada?

I primi giorni di aprile lungo le strade del Nord Europa i costruttori di truck testano il «convoglio di camion semiautomatici» su arterie a grande circolazione. Un’iniziativa promossa dall’Olanda che ha già apportato modifiche alla legislazione per permettere di introdurre i convogli su percorsi ordinari. L’arrivo è previsto per il 6 aprile a Rotterdam

In gergo è conosciuto come «Platooning truck» e il principio è quello del treno con una locomotiva in testa e dietro tutte le carrozze. Il «Platooning truck», o «convoglio di camion» che dir si voglia, è la nuova sfida che aspetta – in un futuro più vicino di quanto si immagini – il trasporto merci internazionale. L’idea intrigante è quella di un gruppo di camion che viaggiano in modo sicuro e in sincronia, a breve distanza uno dall’altro, comunicando telematicamente tra loro dove il mezzo alla testa del convoglio dirige gli altri che seguono.

Finora i camion «intelligenti» erano stati sperimentati in aree delimitate, ma il 6 aprile prossimo al porto di Rotterdam la speciale carovana concluderà la prima grande prova transfrontaliera su strada. Una vera e propria sfida per i produttori europei di veicoli – DAF, Daimler, Iveco, MAN, Scania e Volvo Group – che faranno viaggiare il convoglio su tragitti pubblici, attraversando le frontiere di varie paesi europei. In futuro verranno utilizzati altri corridoi a forte scorrimento di traffico, come la Nordic Way e la Rotterdam-Francoforte-Vienna.

L’obiettivo di questo «European Truck Platooning Challenge» è quello di accelerare l’introduzione dei convogli di camion, mostrandone l’efficacia ai responsabili politici dell’UE, che peraltro si erano già espressi favorevolmente sulla diffusione di sistemi di guida semiautomatici dei veicoli pesanti.

Il «Platooning Challenge», organizzato dall’Olanda, ha visto la collaborazione tra costruttori di camion, Stati membri, fornitori di servizi logistici, operatori stradali, enti di omologazione veicoli, istituti di ricerca e governi. Tante teste per un’alleanza complessa, che, come ricorda l’ACEA (Associazione dei costruttori europei) in una sua nota «per impedire ai Paesi UE di creare un mosaico di norme e regolamenti, che potrebbero ostacolare gli investimenti in veicoli automatizzati e connessi, è importante che la legislazione relativa sia armonizzata in tutta Europa e che gli Stati riconoscano l’un l’altro le procedure e i requisiti». Alcuni sistemi normativi, come proprio quello olandese, si sono già mossi in questo senso, modificando le norme in vigore per consentire ai veicoli innovativi di questo tipo di essere testati su strade a pubblica circolazione.

Al di là dei principali motivi (sicurezza, ecosostenibilità e risparmio di costi), il «Platooning truck» aiuterà il settore europeo dei veicoli industriali a rafforzare la propria leadership tecnica e la competitività globale.

fonte: uominietrasporti.it

Camionista e vita sana. Un binomio possibile?

Condurre una vita sana dipende molto, anche, dal tipo di lavoro svolto. Fare il camionista significa stare molto tempo seduti al volante, consumare pasti irregolari e non sempre salutari, avere turni di lavoro massacranti. Il tutto condito da stress, ansia e solitudine.
Condizioni di lavoro adeguate ed  imprese che lavorino anche per migliorare la qualità di vita dei propri conducenti, sono fattori fondamentali affinché questa professione possa diventare, in futuro, più gratificante per chi la esercita.

Che le condizioni di lavoro incidano sulla salute dei lavoratori, nel 2016, dovrebbe essere un assioma chiaro a tutti. Così come il fatto che lo stile di vita del lavoratore influisce anche sulle sue prestazioni lavorative. Gli autisti che devono trascorrere la maggior parte del loro tempo alla guida di un camion, sono soggetti quotidianamente a diversi fattori dannosi come le vibrazioni del corpo, il rumore, il lavoro a turni, il riposo inadeguato, pasti e dieta irregolari, tempi di guida prolungati, posizioni faticose, ecc. Non solo, ma anche il loro ambiente di lavoro non è dei migliori, in quanto debbono respirare monossido di carbonio (CO), biossido di zolfo e altri inquinanti. Se a tutto questo si aggiunge lo stress del lavoro stesso e le difficoltà del settore dell’autotrasporto, si fa presto a comprendere, come la professione del camionista non sia sicuramente tra le più sane.

Il lavoratore e il datore di lavoro devono lavorare insieme

Chiaramente, ogni autista è libero di scegliere lo stile di vita che predilige riguardo ad alimentazione, esercizio fisico, sonno, ecc. Ma è anche vero, che l’azienda per cui lavora dovrebbe impegnarsi affinché le condizioni di lavoro dei propri dipendenti siano, nel limite del possibile, ottimali. Perché è sicuramente vero che si può fare molto di più.
Vediamo qui alcune delle azioni che possono essere intraprese dalle aziende di trasporto per migliorare le condizioni di lavoro per i propri dipendenti:

  • Introdurre attività di formazione periodiche tenute da professionisti su temi come dieta, attività fisica, controllo del peso, abitudini di sonno, ecc.
  • Organizzare il lavoro in modo da agevolare comportamenti sani, come l’introduzione di pause regolari in modo che i conducenti possano fare pause pranzo accettabili e che possano permettere anche l’esercizio fisico.
  • Conoscere bene i propri autisti, in modo da adattare il loro impiego alle esigenze specifiche di ciascuno.

Alcune di queste misure possono comportare benefici non solo alla salute dei lavoratori, ma anche all’azienda stessa, riducendo assenteismo e generando risparmi significativi per l’impresa.

Tutto questo può sembrare raro, se non utopico, ma la realtà è che ci sono già aziende nel settore dei trasporti che prendono molto sul serio la salute e il benessere dei propri dipendenti.

Best practice

Tra le aziende virtuose, segnaliamo sicuramente la società belga Van Dievel che impiega circa 90 autisti e possiede 60 camion. Questa società collabora con un medico che svogle, ogni anno, un check-up personale con ognuno dei dipendenti. Inoltre, il medico insieme ad un ergonomo e ad otto autisti dell’azienda, ha sviluppato un programma di formazione e un opuscolo per mostrare ai dipendenti della società come lavorare in modo sano e prevenire guai  muscolari e scheletrici.

L’azienda finlandese Trim Truckers ha elaborato un programma per rilevare problemi di salute dei propri autisti con l’aiuto di un medico del lavoro interno. Una volta identificato il problema, il medico offre un trattamento sanitario preliminare e consiglia poi uno specialista per i test diagnostici e l’applicazione del trattamento. La Trim Truckers, inoltre, fornisce una consulenza dietologica, per aiutare gli autisti nella selezione di pasti sani.  Inoltre, ha assunto anche uno psicologo del lavoro per pianificare i turni di lavoro e i percorsi e migliorare così l’organizzazione della giornata, in modo che i dipendenti abbiano tempo sufficiente per riposare.

Insomma, anche le imprese di trasporto possono fare molto per la salute dei propri dipendenti. Con misure come queste, oltre a realizzare un ambiente di lavoro migliore, si instaura anche un atteggiamento più positivo verso il lavoro e la concreta sensazione che il datore di lavoro si preoccupi dei propri autisti.

E nella vostra azienda? La salute dei dipendenti è presa sul serio?

fonte: borsa-trasporti.it